9 Gennaio 2024
E’ difficile definire il ritorno sull’investimento (ROI) di un evento.
Ci sono numeri e statistiche da considerare, certo, ma un evento in presenza quanto un evento digitale prevede la variabile umana partecipante.
“Qualsiasi attività di comunicazione, promozione, marketing, etc… prevede la cosiddetta variabile umana.” penserete e avete ragione.
Quindi perchè dovrebbe essere diverso per un evento?
Ci siamo interrogati a lungo su questo tema e le risposte che abbiamo trovato sono principalmente due. (Non è vero, sono mille, ma classificabili in due macro risposte).
Un evento non è fatto solo PER le persone che parteciperanno, ma CON loro. Il loro comportamento, la soddisfazione e le dinamiche che creeranno tra gli stessi saranno determinanti per definire il successo o meno dell’ evento.
Un evento prevede un dispendio di tempo, di energie e di soldi (quasi sempre, fosse anche solo per raggiungere il luogo dell’incontro) da parte di entrambe le parti: chi organizza e chi partecipa.
Mentre la spesa economica è facilmente contabilizzabile, tutto il resto si riduce ad analisi e monitoraggio di comportamento del partecipante e grado di soddisfazione, ritorno in termini di visibilità dell’evento (dal punto di vista mediatico, passaparola indotto e/o spontaneo, etc.), raccolta dei contatti che potrebbero generare nuove opportunità, nascita di nuovi rapporti commerciali, e… rullo di tamburi: impatto che l’evento ha generato in chi vi ha preso parte.
Si tende forse a dare per scontato che le esperienze generino un impatto in chi le vive (è la base di dell’experience marketing in cui siamo ormai immersi quotidianamente), ma durante un evento l’esperienza di una persona si somma a quella delle altre, si moltiplica, cresce esponenzialmente dando vita ad altre esperienze ancora, e così via.
Per questo riuscire ad ottenere un ROI esclusivamente pecuniario nel campo dell’event marketing non è abbastanza.
Parlando con professionisti e imprenditori, negli ultimi anni, ci siamo resi conto che “fare un evento”, a differenza di altre attività di promozione e marketing, suscitava fin da subito un certo coinvolgimento e una certa apprensione nel nostro interlocutore: “tutto deve andare bene”.
E nonostante inizialmente l’attenzione fosse quasi sempre rivolta alla spesa da sostenere vs il risultato ottenibile, in corso d’opera, man mano che l’evento veniva progettato, questo sentiment cambiava.
Iniziava a farsi spazio l’idea che si, l’evento dovesse essere sostenibile, ma anche interessante e utile per i partecipanti; doveva essere bello, unico, creare momenti indimenticabili, permettere la relazione fra i partecipanti; e ancora doveva prevedere momenti più leggeri, di intrattenimento… insomma, doveva dare agli invitati la sensazione che parteciparvi gli avrebbe cambiato la vita!
Abbiamo visto Persone, dapprima incollate alla scrivania, svestirsi dei loro panni abituali per preparare una sala, progettare un’attività di team building facendo a pezzi una corda e dello scotch, prendere in mano una macchina fotografica e immortalare tutta la fase di allestimento, coinvolgere e collaborare altri colleghi per un fine comune…
Ci siamo resi conto che quello che per noi è una passione, oltre che un lavoro, per i nostri Clienti e Partner diventava una questione identitaria, che li avrebbe in qualche modo cambiati, un’esperienza che sentivano in ogni fibra del loro essere e che avrebbero mostrato con orgoglio indossando il loro abito migliore.
E alla fine, ciò che ci chiedevano non era “solo” di organizzare un evento ma che tutto questo loro sentire venisse trasferito e fatto percepire anche all’esterno, a tutti gli altri invitati, creando un impatto reale in ognuno di loro.
Sfidante, ma decisamente affascinante.
RoiEventi è nata proprio così, sotto l’influenza positiva e ambiziosa di chi ci ha dimostrato il valore che può avere il ritorno sull’investimento umano.